A Nemi la cerimonia inaugurale del Festival di Filosofia Internazionale “Transiti”
Dopo il pre Festival, tenutosi in più appuntamenti durante i quali il Direttore del Sistema Castelli Romani Giacomo Tortorici ha incontrato gli studenti e i primi ospiti, è partito ieri pomeriggio con una cerimonia inaugurale il Festival Internazionale della Filosofia ‘Transiti’.
Palazzo Ruspoli a Nemi ha aperto le porte della “Sala del Pattinaggio” agli ospiti, per inaugurare quello che Tortorici ha definito “l’evento più importante degli ultimi quarant’anni tenuto nella provincia di Roma”. Insieme al Presidente Sistema Castelli Romani, Giuseppe De Righi, e alla Vicesindaca e assessora alla cultura di Nemi, Edy Palazzi, si è dato così ufficialmente il via all’evento itinerante che durerà sei giorni.
“Siamo partiti nel 1997 come Sistema Bibliotecario, ma con gli anni siamo giunti a occuparci anche di altro, oltre che della gestione delle biblioteche comunali. A questa attività si sono aggiunte quelle culturali e quelle turistiche. Oggi siamo pronti per ospitare questo festival importantissimo”, ha dichiarato De Righi.
“’Transiti’ è nato per ricordare il filosofo Mario Perniola, cittadino di Nemi che ricordiamo tutti con grande affetto. Quando poi abbiamo scoperto la sua professione è stato illuminante leggere la sua opera”, ha aggiunto la Vicesindaca.
Hanno partecipato all’inaugurazione anche Alessandro De Santis, assessore alla cultura del Comune di Lanuvio, Giulia Briziarielli assessora alla Cultura del Comune di Genzano e Roberta Covizzi del Comune di Marino.
L’inaugurazione è stata curata dalla rivista Ágalma, con a Caterina Di Rienzo, Massimo di Felice e Antonio Manfreda.
“La filosofia non è qualcosa di lontano dalla vita di tutti i giorni, ma ci serve per risolvere i problemi quotidiani dell’uomo, le questioni che ci toccano. Questa risoluzione avviene attraverso l’uso di categorie create da qualcuno prima di noi con il fine di capire questioni politiche, economiche, sociali. La filosofia è una cassetta degli attrezzi”, ha dichiarato proprio Manfreda.
Caterina Di Rienzo ha spiegato il ruolo dell’arte e il legame con la filosofia: “Il corpo si fa strumento di ricerca, come la filosofia si serve della razionalità. La scienza dei fatti ha prodotto l’uomo dei fatti che si è smarrito e per uscire da questa razionalità arida abbiamo ancora bisogno della filosofia. Mario Perniola è riuscito a introdurre una filosofia che avvicinava cose lontane: il corpo e il mondo, la filosofia e la vita concreta, la razionalità e l’emotività. È riuscito a creare un fecondo terreno di indagine sulla base di una filosofia che vuole stare nel mondo”.
Massimo di Felice ha concluso: “Mario Perniola non voleva essere ricordato come un accademico, anche se in apparenza sembrava il classico professore impeccabile. La sua diversità stava nell’aver creato un’opera di pensiero che non si stacca dalla vita quotidiana e crea un tipo di conoscenza che si interfaccia con la realtà e da essa si fa cambiare. Quando viaggiava, Mario Perniola aveva sempre negli occhi la voglia di imparare qualcosa, senza l’arroganza dell’Occidente che, invece, è sempre stato colui che ha fatto scuola agli altri popoli. Mario era interessato dal pensiero degli outsider”.