Delitto di Garlasco, dall’orario della morte al numero di scarpe nulla porta a Sempio

(Adnkronos) –
L'omicidio di Chiara Poggi, uccisa a Garlasco il 13 agosto 2007, ha un colpevole: è Alberto Stasi, l'allora fidanzato, condannato in via definitiva a 16 anni di carcere per il delitto. Lo dice la sentenza di Cassazione che è ancora valida dopo ben sette tentativi di riaprire il caso, l'ultimo ancora una volta vede al centro Andrea Sempio, amico del fratello della vittima, indagato per omicidio.  Rigettato il primo tentativo della difesa del condannato di ricorrere in Cassazione con un ricorso straordinario, così come sono stati respinti i due tentativi di revisione dalla Corte d'Appello di Brescia (nel secondo caso anche dalla Cassazione), ci sono poi state già due denunce avanzate e archiviate dalla Procura di Pavia e, infine, il ricorso alla Corte europea dei Diritti dell'Uomo che ha recentemente stabilito che il processo a Stasi è stato equo.
 
A leggere ora le "nuove" carte più che un'indagine contro Sempio sembra uno pseudo tentativo di revisione per Stasi che non ha fatto formale istanza alla Corte d'Appello di Brescia e che vede il suo fine pena fissato nel 2030 (per buona condotta potrebbe tornare libero già nel 2028). La procura è intenzionata ad analizzare nuovamente i risultati del Dna sotto le unghie della vittima, riguardare le impronte dattiloscopiche catturate quasi 18 anni fa nella villetta di via Pascoli e a fare una consulenza sull'impronta insanguinata della scarpa per determinarne la misura.  
Per puntare il dito contro Sempio, oggi trentasettenne, serve però smontare la sentenza del 2015, bisogna 'togliere' Stasi dalla scena del crimine o supporre che abbia agito in concorso (nell'avviso di garanzia si parla di "concorso con altri soggetti o con Alberto Stasi") con Sempio. Se la seconda ipotesi appare inverosimile, anche sulla prima mancano tanti tasselli che hanno portato i giudici della Cassazione a scrivere che contro 'il biondino' "ciascun indizio risulta integrarsi perfettamente con gli altri come tessere di un mosaico che hanno contribuito a creare un quadro d’insieme convergente verso la colpevolezza di Alberto Stati oltre ogni ragionevole dubbio".   Se la Procura di Pavia punta su Sempio deve essere pronta a rivedere anche l'orario dell'omicidio: Chiara muore tra le 9.12 e le 9.36 del 13 agosto 2007, mentre Andrea Sempio è a casa con il padre, solo dopo prenderà l'auto per raggiungere Vigevano come mostra lo scontrino del parcheggio. Scontrino pagato alle ore 10.18 (prevista un'ora di sosta) quando la ventiseienne è già morta. Difficile spostare più avanti le lancette dell'orologio per il delitto, anche perché Sempio continua ad avere un alibi. E a voler credere almeno che l'assassino scappi in bici, come dichiara una testimone ritenuta attendibile dai giudici, bisogna 'correggere' anche in questo caso la sentenza passata in giudicato perché se Stasi ha una bicicletta nera da donna (e il cambio pedali è un altro elemento che gioca a suo sfavore), Sempio invece possiede una bici rossa.  Tra le prove contro Stasi – nei trentadue faldoni di un'inchiesta lunga anni – c'è anche l'impronta di una scarpa numero 42. Una perizia indica non solo la taglia esatta, ma individua anche la marca, e Sempio calza il numero 44. Difficile pensare che una nuova consulenza della Procura possa mettere in dubbio un'analisi che risponde a una domanda di un giudice e che la Cassazione certifica. Ed è difficile superare l'impronta di quella scarpa lasciata sul tappettino del bagno dove l'assassino va sicuramente: per vedere se è sporco di sangue si ritiene adesso; per lavarsi le mani a voler credere alle sentenze. Una foto mostra, sul pigiama della vittima, la mano insanguinata di chi colpisce Chiara Poggi alla testa con un oggetto mai trovato, a maggior ragione quindi il killer va in bagno a ripulirsi. Sul dispenser restano due impronte di Stasi e nessuna traccia di sangue di Chiara a dimostrazione – è la conclusione dei giudici – che è stato lui, oggi 41 anni, l'ultimo a toccare il dispenser portasapone. Tutti i periti convergono sul fatto che le altre tracce trovate su quell'oggetto non siano identificabili, o comunque non utili, e per ora – salvo sorprese – diventa difficile scalfire questa prova contro l'allora fidanzato.  Le nuove tecnologie nel campo della genetica nulla potranno aggiungere alle conclusioni sulle tracce trovate sotto le unghie della ventiseienne: il materiale è stato utilizzato completamente, si è arrivati a concludere che i risultati non erano comparabili (decisione presa da tutte le parti presenti nel processo) e ora la rivalutazione dei risultati, solo sulla carta, rischia in astratto di determinare un falso in perizia. Anche se la traccia genetica sulle unghie fosse di Sempio (difficile immaginare un movente), il ragazzo frequentava casa Poggi e il Dna non è databile, cioè potrebbe aver lasciato la traccia (è una molecola resistente e non vola) settimane prima. C'è un altro dato di cui in questa storia bisogna tener conto: dal 2015 a oggi, sono una quarantina i magistrati che si sono occupati del delitto di Garlasco e tutti hanno convenuto sulla responsabilità di Stasi oltre ogni ragionevole dubbio.  —cronacawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

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