Zahi Hawass: l’indiana jones dell’egitto e le sue ultime scoperte archeologiche
Zahi Hawass, celebre egittologo, annuncia scoperte significative a Luxor e promuove la restituzione di reperti storici, mentre si prepara a nuove ricerche e alla pubblicazione della sua autobiografia.
Zahi Hawass, figura di spicco nel panorama dell’egittologia, continua a sorprendere e affascinare il pubblico con le sue ultime scoperte e il suo impegno nel restituire all’Egitto i tesori sottratti durante i secoli. Con una carriera che abbraccia oltre tre decenni, è diventato un volto noto non solo per le sue ricerche, ma anche per la sua presenza in documentari e media. La sua recente attività non si limita a scavi archeologici, ma si estende anche a una significativa campagna per la restituzione di reperti storici.
Il legame con il passato attraverso le scoperte archeologiche
Hawass ha recentemente annunciato una scoperta straordinaria a Luxor, sul sito che rappresenta un’importante area archeologica. Il ritrovamento di un monumento reale, il primo nella zona dalla scoperta della tomba di Tutankhamon nel 1922, rappresenta un evento di grande rilevanza. Dopo anni di scavi, la sua squadra ha rinvenuto 1.500 blocchi intatti e decorati, provenienti dal tempio della regina Hatshepsut, una delle poche donne faraone della storia d’Egitto. Questo tempio era sconosciuto fino ad ora, e la sua scoperta offre nuove prospettive sulla storia egizia e sulle dinamiche di potere dell’epoca.
I geroglifici rinvenuti riportano i nomi di Hatshepsut e del suo successore Thutmose III, gettando nuova luce su un passato dove si pensava che Thutmose avesse cancellato la figura della matrigna dalla storia. I nuovi documenti testimoniano invece che, una volta divenuto faraone, Thutmose restaurò e onorò l’edificio dedicato alla regina. Queste scoperte sono cruciali per riscrivere la narrativa storica, sottolineando una continuità di venerazione in un momento in cui l’idea di un faraone donna era considerata inaccettabile. Un’analisi attenta dei ritrovamenti suggerisce che, contrariamente a quanto sostenuto in passato, i faraoni maschi potrebbero essere stati i responsabili della cancellazione della memoria di Hatshepsut, evidenziando le difficoltà legate al riconoscimento della leadership femminile in un contesto patriarcale.
La lotta per la restituzione dei tesori perduti
Uno degli obiettivi principali di Hawass è la restituzione di importanti reperti storici che oggi si trovano in musei internazionali. Ha lanciato una petizione che ha già raccolto 300 mila firme, indice del forte supporto popolare per il suo impegno. Hawass si è proposto di raggiungere un milione di firme, un traguardo che, sostiene, renderà difficile la vita al British Museum, al Louvre e al Neues Museum di Berlino. I reperti nella sua lista includono la Stele di Rosetta, lo Zodiaco di Dendera e il busto di Nefertiti, considerati simboli di una storia culturale che non appartiene solo a un singolo paese, ma che è il patrimonio dell’umanità.
La battaglia per la restituzione dei reperti sottratti è di fondamentale importanza per la sua visione di un Egitto che riconquisti la sua eredità. Hawass è convinto che il recupero di questi tesori storici non solo rappresenti un atto giusto e necessario, ma segni anche un passo verso un’identità culturale recuperata. Ha specificato che la sua battaglia non riguarda solo il recupero di oggetti, ma anche il rispetto per la storia e la cultura del suo paese. Mentre alcuni musei continuano a sostenere la legittimità dei loro possedimenti, Hawass espone la necessità di un dialogo aperto e di una riconsiderazione delle pratiche passate.
Il futuro dell’egittologia e i progetti in corso
Con il suo carattere energico e la determinazione inarrestabile, Hawass si concentra ora sulle sue future ricerche. Nella sua mente ha in programma una nuova avventura: la ricerca delle tombe di tre re della XVII Dinastia, Seqenenra Tao, Kamose e Ahmose. La posizione esatta di queste tombe rimane ignota, nonostante siano già stati trovati i resti mummificati di questi sovrani. Le sue affermazioni accendono l’immaginazione di studiosi e appassionati di storia, promettendo nuove scoperte che potrebbero arricchire ulteriormente la conoscenza della storia egizia.
Oltre alle sue esplorazioni, Hawass sta preparando il tour di presentazione della sua autobiografia, “L’uomo con il cappello“. Questo libro rappresenta non solo un resoconto della sua vita, ma anche una riflessione sulla sua esperienza nel campo dell’egittologia e sul suo lavoro di recupero della memoria storica. Il suo messaggio è chiaro: l’archeologia è un campo che continua a svelare segreti, e ci sono ancora molte storie da raccontare. A suo avviso, soltanto un terzo dei monumenti sopravvissuti all’usura del tempo è stato scoperto. Con questo spirito, Hawass guarda al futuro, pronto a rivelare nuove scoperte che continueranno a catturare l’interesse globale.